mi scuso per non aver postato prima,ma ho avuto problemi di tempo...
CITAZIONE (infinito @ 7/1/2009, 20:07)
2° Hai detto che «secondo me è libero colui che agisce senza costrizioni mentali o fisiche che derivino dalla sua educazione o dalle imposizioni di altre persone»,
ma a me pare un'affermazione del tipo «secondo me libero colui che agisce in libertà»,
che non mi da informazioni “aggiuntive, perché credo che non sia chiaro che cosa significa “ senza costrizioni mentali o fisiche che derivino dalla sua educazione o dalle imposizioni di altre persone”, dal momento che
TUTTI NOI siamo inevitabilmente condizionati dall'educazione ricevuta,
e che questi condizionamenti siano o meno “costrizioni” non è assolutamente chiaro, per cui la tua affermazione la reputo simile a quella che ho scritto sopra.
effettivamente non è facile spiegare cosa intendo con costrizioni...le costrizioni sono,secondo il mio ragionamento,tutte quelle cose inculcate a forza nella testa di qualcuno che ti impongono di agire in un certo modo che magari te reputi sbagliato o non del tutto giusto;tuttavia,a causa di queste costrizioni(che sono state date in età infantile o comunque adolescenziale),la persona nonostante essere pensate,non riesce ad agire altrimenti.Con "costrizioni che derivano dall'educazione" intendo cioè tutte le cose insegnate dai genitori o da altre persone ai bambini che,nonostante essi in età adulta ragionino autonomamente e pensando che queste cose non siano giuste,non riescono ad agire diversamente.quindi queste persone non sono libere.
esempi:
razzismo(chiunque sia in grado di ragionare capisce l'assurdità della cosa)
violenza in generale(vedi sopra)
il rubare(di nuovo vedi sopra)
etc.
CITAZIONE (infinito @ 7/1/2009, 20:07)
3° Anche “i santi” respirano, mangiano, ecc. (parlo de “i santi” per ovvie ragioni ...), e quindi condizionavano gli altri e, in questo senso, limitavano chi era loro vicino. Questo non significa che non fossero liberi SECONDO QUELLO CHE DICO IO, ma mi pare che non lo fossero secondo quello che hai detto tu.
non si può parlare di privare la libertà altrui con le cose che devono essere espletate per la sopravvivenza,come mangiare,bere,respirare,dormire etc.
con quella frase intendo ad esempio:
uccidere(si priva la libertà di vivere dell'altra persona),rubare(si priva ella di un oggetto che le apparteneva),atti di violenza(si causano ferite) etc.
CITAZIONE (infinito @ 7/1/2009, 20:07)
4° Il senso (della barzelletta) a cui alludo io è che se parto con l'idea di dover “rispettare” l'altro e di non fare niente che “lo forzi”, di dovermi comportare necessariamente secondo alcune regole comuni della buona educazione, ecc., allora si arriva all'assurdo (come di fatto ci si arriva molto spesso). Ci sono relazioni (per esempio padre-figlio e docente-alunno) che non sono assolutamente simmetriche, e dove in certo casi uno ha IL DOVERE di “obbligare” l'altro. Anzi, in tutti i rapporti ci sono situazioni in cui uno ha il dovere di obbligare l'altro, pensa al caso in cui il tuo professore che sotto gli effetti di una situazione familiare “difficile” e dell'abuso di alcool vuole buttarsi da una finestra del 7° piano: se puoi hai il dovere di impedirglielo (in questo mondo, con la mentalità attuale mi sento in dovere di aggiungere “secondo me”, ma è chiaro che “secondo me” è oggettivamente vero).
per quanto riguarda la prima parte,ribadisco il concetto che il mio pensiero è valido solo nell'età adulta,intendendo ciop quando una persona è adulta mentalmente(ossia matura e in grado di ragionare autonomamente) e non adulta nel senso anagrafico.conosco alcune persone oltre i 30 che non sono ancora,secondo quello che ho detto prima,adulte.quindi il rapporto alunno-professore e padre-figlio è giusto che sia sbilanciato e che il figlio/alunno subisca obblighi (ovviamente nel limite del buonsenso e della sana educazione) perchè non è ancora in grado di pensare e agire sendo ragione in modo autonomo.
per quanto riguarda la seconda parte,l'uomo non è libero,perchè è sotto effetti di "tragedie familiari",alcool,droghe o quel che si voglia,quindi le altre persone hanno l'obbligo morale di fermarlo.
ne deriva quindi che nessuna persona sana di mente e che vive secondo ragione e logica si ucciderebbe o si causerebbe dei gravi danni fisici se non sotto effetti psicotici di vario genere(traumi affettivi o familiari,costrizioni da terzi,droghe o alcool e qualunque cosa che alteri lo status mentale).